Marì

La pièce di teatro danza "Marì" porta in scena il rapporto tra individuo e comunità, l'alienazione, l'oppressione, la violenza sociale che si riflette sulla vita di ognuno e arriva a sfociare in violenza individuale, subita e inferta, fino allo stupro, all'omicidio. L'ambiente che ci circonda ci accarezza dapprima, gioca persino con noi, ma porta in sé il senso di morte, di un destino ineluttabile, di un suono costante e opprimente, di un giudizio. Ambientata idealmente nell'Italia meridionale degli anni '40 e liberamente ispirata alla canzone di Carmen Consoli "Mio Zio", la storia prende spunto dalla tragica vita di una bambina, Marì, molestata dallo zio fin dall'infanzia. Marì è sola, circondata da un ambiente omertoso e ostile che invece di sostenerla la giudica e la osserva costantemente, con il beneplacito della madre, a cui interessa soltanto proteggere le convenzioni e il buon nome della famiglia. Il tema della violenza di genere, purtroppo ancora attuale, si intreccia con quello dell'autodeterminazione dell'individuo in una comunità rigida e patriarcale, dominata da necessità di tipo pratico ed economico. Il gesto che Marì arriva a compiere nel finale è quindi rivoluzionario, un gesto di ribellione, di rottura degli schemi sociali, di riaffermazione definitiva dell'individuo e del suo diritto alla felicità.


Regia e scenografia di Federica Amatuccio

Adattamento: Federica Amatuccio, Andrea Gianessi

Coreografie: Simone Zitelli

Musiche originali: Andrea Gianessi

Luci e grafica: Pascal Fausto Amatuccio

Costumi: Martina Mondello

con: Francesca Lateana , Valeria Iudici, Martina Morabito , Francesca Di Paolo


produzione: Teatro dei Servi Disobbedienti 2016

con il sostegno di: ERT - Emilia Romagna Teatro - Villa Pini, Teatro Ridotto, Leggere Strutture Art Factory, Poverarte Festival.

prima assoluta: 10 gennaio 2017 - Teatro Mediterraneo Occupato, Palermo

durata: 75 min